Non è stato necessario ricorrere più di tanto alla fantasia per affibbiare un soprannome a Nicola Bombardieri. Per il più giovane giocatore nel roster del Guerriero Padova è bastato troncare il cognome in “Bomba” per il nickname perfetto. Merito delle qualità balistiche che ne fanno un promettente cecchino (classe 2003) su almeno due fronti: C Gold con l’UBP e Under 19 Eccellenza con il Petrarca. Senza trascurare qualche apparizione anche in C Silver, sempre con la maglia bianconera petrarchina.

Nick, riavvolgiamo il nastro sul film della tua vita cestistica, come e quando è sbocciata la passione per il basket? 

«Ho iniziato a giocare a Quinto Vicentino, il paese in cui vivo. Me lo hanno proposto i miei vicini di casa. Ho praticato inizialmente anche il nuoto agonistico; poi però ho dovuto scegliere uno dei due sport e ho continuato con il basket. Dopo aver mosso i primi passi al Quinto Miglio, sono passato per Dueville e Vicenza prima di arrivare al Petrarca. Qui a Padova ho vissuto e sto vivendo tuttora anni importanti. Per gioco e intensità, il percorso giovanile intrapreso con il Petrarca mi ha aiutato ad alzare l’asticella».

In più la scorsa stagione hai debuttato tra i Senior in Serie B.

«Ho esordito in amichevole a Mestre e nei mesi successivi sono sceso in campo per la mia prima partita in campionato a San Vendemiano. Coach Calgaro mi ha dato fiducia: ho anche segnato i miei primi canestri in B, ero strafelice».

Hai nominato Giuliano Calgaro, ma c’è stato qualche altro allenatore che ha contribuito a farti crescere come giocatore?

«Alberto Conte a Vicenza è stato fondamentale per il lavoro sui fondamentali e nella costruzione della mentalità: ho imparato a diventare più costante quando mi alleno. Credo però di aver fatto il salto di qualità con Alberto Zanatta al Petrarca».

Che idea ti sei fatto sull’UBP di questa stagione?

«L’ambiente lo vedo più “inquadrato”, c’è voglia di fare bene. Non ho avuto problemi a legare con i nuovi ragazzi entrati a far parte del gruppo. In allenamento scherziamo e ridiamo, ma allo stesso riusciamo ad allenarci seriamente».

Ti aiuta avere attorno tanti giocatori d’esperienza o soffri la concorrenza?

«Sono tutti molto disponibili, cercano spesso di darti un consiglio. Eros Chinellato e “Lollo” Andreani, anche per una questione di ruolo, mi danno sempre qualche dritta sulle letture di gioco. E poi mi dicono: “Quando sei libero, tira”».

Hai individuato qualche differenza tra il campionato di C Gold e quello Under 19?

«Con l’Under 19 si fa molta più “rumba”: il gioco è più istintivo, meno organizzato. In C Gold, invece, bisogna ragionare di più e la fisicità è superiore rispetto al campionato giovanile».

Con l’Under 19 Eccellenza hai stabilito pochi mesi fa il tuo career high segnando 40 punti nella gara d’andata contro l’Aquila Trento. Come ci sei riuscito?

«Era una di quelle giornate in cui entrava tutto. Mi sentivo in fiducia. Diciamo che è andata bene».

Ti sei posto qualche obiettivo personale sul medio e lungo periodo?

«Devo lavorare sui fondamentali, prima di tutto in difesa dove posso fare di più. Ma ho bisogno di migliorare ancora nella visione di gioco e di crescere a livello fisico».

Hai qualche idolo o un giocatore a cui ti ispiri?

«Per mentalità, due mostri sacri come Kobe e MJ, ma per come concepiva come il basket, che in fondo è pur sempre un divertimento, mi piaceva lo stile spettacolare di Jason Williams, detto “White Chocolate”. Sapeva coniugare fantasia e pazzia. Infine, cito anche Teodosic, un altro campione capace di grandissimi numeri».

(FOTO CREDIT UBP)