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Da Civitanova Marche a Padova, passando per Porto Recanati. Laddove le onde si infrangono lungo la battigia e la brezza marina soffia sulla costa scogliosa, a pochi chilometri dall’entroterra di Recanati, che diede i natali nientemeno che a Giacomo Leopardi, puoi riconoscere Porto Recanati, graziosa cittadina marittima che ha visto Lorenzo Andreani tracciare il suo percorso di vita tra famiglia, amici, affetti, lavoro e basket. La pallacanestro è e rimane un porto sicuro per “Lollo”. Non fosse altro perché quella palla a spicchi arancione gli ha sempre tenuto compagnia, facendolo crescere e maturare fino a smussarne anche quel lato caratteriale più fumantino in età giovanile.
«Ho iniziato a praticare il minibasket da piccolissimo, ad appena quattro anni», ricorda il playmaker del Guerriero UBP, diventato papà da qualche giorno per la seconda volta dopo che mamma Susanna ha dato alla luce Diego (fratellino della primogenita Andrea), «Mio nonno era il dirigente di una società e mi portava sempre con sé. Praticamente trascorrevo intere giornate in palestra, anche perché andavo a vedere gli allenamenti e le partite di mio zio Francesco che all’epoca giocava a basket. Il calcio a casa nostra non era proprio contemplato, ma ciononostante era uno sport che mi riusciva bene, tanto che mi chiamarono per giocare in Promozione. Devo ammettere però che quando facevo calcio, ero un tipo piuttosto “ignorante”, uno che si arrabbiava facilmente. Il basket invece ha attenuato certi miei comportamenti e in questo ha inciso molto anche mia mamma Annalisa che mi mise alle strette spingendomi verso la pallacanestro».
Come è stato l’impatto con il gruppo squadra e la società dell’UBP?
«Ho trovato una squadra forte. Non siamo ancora riusciti a dimostralo bene in campo, ma posso garantire che durante gli allenamenti è divertente vederci all’opera. Il nostro reparto lunghi farebbe invidia anche a formazioni di Serie B. A differenza delle scorse stagioni mi sto divertendo durante gli allenamenti: il livello non cala mai perché sono circondato da compagni di squadra veramente bravi. Devo ringraziare anche la società che mi sta accontentando in tutto, mettendomi nelle condizioni ideali per allenarmi e giocare».
E come è stato l’approccio con la città di Padova?
«Penso sia una città vivissima. Emerge la componente universitaria. In giro ho notato tanti ragazzi e ragazze. Ho ritrovato la stessa vivibilità che si nota sul lungomare di Porto Recanati, dove in estate gestisco uno stabilimento balneare».
Vanti una lunga carriera trascorsa quasi sempre in B, che impressioni ha ricavato sul campionato di C Gold?
«Sono tornato a giocare in C dopo diversi anni. Finora ho constatato che purtroppo il livello tecnico si è abbassato parecchio, ma preferisco sospendere il giudizio. Vedremo se le prossime partite potranno dirci qualcosa in più sul valore oggettivo del campionato».
A livello di squadra dove ritieni sia necessario migliorare?
«Abbiamo ancora tanti aspetti sui quali bisogna lavorare. Potrei parlare della difesa, ma in generale credo che dobbiamo cercare di imporre il nostro gioco senza lascarci trascinare dal ritmo degli avversari. È stato molto importante essere comunque riusciti a vincere le prime tre gare, seppur di misura. Sono tutte vittorie che temprano il carattere, infondendo morale e fiducia».
Che caratteristica servirà al Guerriero per arrivare fino in fondo?
«Ne dico due: integrità e fortuna. Se non subiremo infortuni seri, venendo baciati di conseguenza anche da un pizzico di buona sorte, potremo dire la nostra fino alla fine».
* CREDIT FOTO UBP
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