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La retrocessione in C Gold e il lutto dovuto alla perdita di papà Maurizio. Tutto nel giro di pochi giorni. Sostenere che l’annata 2020/2021 vissuta da Eros Chinellato sia stata difficile assomiglia perfino ad un eufemismo. Ma la vita talvolta va così: bisogna soltanto cercare di andare avanti, trovare la forza di lasciarsi alle spalle il momento buio e rialzare la testa per tornare a fare ciò che ami di più. Dopo la notte arriva sempre l’alba. Eros lo sapeva e ha lasciato che il tempo curasse le ferite dell’anima. Come un guerriero della luce, per dirla alla Paulo Coelho. Ora che i mesi più duri sono passati, ha un grande sogno da coltivare: riportare l’UBP in Serie B. «L’obiettivo è chiaro, è inutile nascondersi dietro a un dito», chiosa Chinellato, «Dobbiamo perseguirlo in tutti i modi possibili. La volontà della società è di strutturarsi per consolidarsi a un determinato livello. È un percorso di professionalizzazione che dobbiamo portare avanti tutti insieme, crescendo man mano».
Come è stato riprendere dopo una stagione così difficile sia per la squadra, sia dal punto di vista personale?
«Non è stato semplice, ma dopo un periodo del genere l’unica cosa che ho chiesto a tutti è stata di continuare a divertirmi giocando a pallacanestro, che non significa che non bisogna fare le cose seriamente, anzi. Voglio divertirmi e per farlo devo vincere».
Cosa ti ha convinto a restare ancora a Padova?
«Mi piace il clima familiare instaurato con dirigenti e compagni di squadra, peraltro con alcuni ragazzi ci frequentiamo anche fuori dal rettangolo di gioco, parlando di argomenti extra-cestistici. Un plus che fa la differenza».
Qual è il punto di forza di questa rinnovata UBP?
«Partiamo dal presupposto che siamo un gruppo solido. Penso che anche il coach lo abbia compreso. È stato necessario individuare un nuovo equilibrio, ma abbiamo mantenuto uno standard molto alto dal punto di vista umano. Anche i nuovi arrivati sono stati subito coinvolti e non hanno avuto difficoltà a inserirsi».
Ritieni che la squadra abbia trovato una sua dimensione, dopo qualche difficoltà in avvio di stagione, o manca ancora qualcosa per raggiungere la quadra?
«Abbiamo ancora un sacco di potenziale da esplorare. Senza nulla togliere alle nostre avversarie, il livello del campionato si è abbassato molto dopo la pandemia. Siamo comunque consapevoli che dobbiamo migliorare ancora molto, anche se il grande tema è un altro: dobbiamo infatti riuscire ad arrivare in forma quando conterà davvero».
Intanto dieci vittorie consecutive sono un traguardo per il quale avremmo firmato alla vigilia del campionato. Esiste qualche rischio quando s’infila una striscia così lunga di successi?
«Sulla carta potevamo anche pensare di stabilire questo “record”, essendo indicati tra le squadre favorite. Bisognava però ancora valutare bene i valori di questo campionato. Detto questo, vincere non è mai facile e mettere in fila dieci vittorie non è banale. Sicuramente, andando avanti, si presenteranno delle difficoltà. Sarà lì che vedremo la consistenza e la tenuta della nostra squadra».
Quest’anno hai compiuto 30 anni. È tempo di bilanci. Ripercorrendo la tua carriera, credi di aver raccolto quanto meritavi?
«Non saprei dirlo, è il classico “what if”. Sono consapevole di aver affrontato ostacoli notevoli. Rimpianti? Non cambierei nulla di ciò che ho fatto. Sono contento di essere riuscito a impostare anche il mio percorso oltre la pallacanestro e di essere arrivato dove sono ora».
* CREDIT FOTO UBP
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