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The kid is back in town. “Il ragazzo è tornato in città” avevamo intitolato nel post pubblicato sui canali social dell’Unione Basket Padova, che lo scorso agosto annunciavano il ritorno di Enrico Stavla. Dopo la parentesi della stagione corta, ma redditizia, vissuta al Leoncino in C Gold, il golden boy (classe 2002) è ritornato a vestire la maglia del Guerriero con la voglia di confermarsi tra i giovani più interessanti e talentuosi della categoria. I compagni di squadra lo hanno ribattezzato Steph, «perché in allenamento segno sempre da tre come Curry», sorride Stavla che ricorda il fenomeno dei Golden State Warriors in qualche movenza dinoccolata. E pensare che in tenera età, il piccolo Enrico non sembrava neppure destinato al basket, ma è bastato poco allo zio Nicola Imbimbo (ex coach di Petrarca e Guerriero UBP, ora inserito nello staff tecnico del BAM) per convincerlo che doveva prendere in mano la palla arancione.      

«Diciamo che all’inizio la pallacanestro non l’avevo presa in considerazione, volevo giocare a calcio. Sono cresciuto in una famiglia di pallavolisti, ma è stato mio zio a influenzarmi positivamente con il basket. Sono stato un anno e mezzo a Selvazzano e poi sono passato al Petrarca venendo allenato proprio da zio “Nik” a livello Under 13 e Under 14 e in seguito da Nicola Pauletto e Alberto Garon. Ricordo con piacere il periodo delle giovanili: ho partecipato a tutti i tornei estivi girando l’Italia anche con i ragazzi del 2001. Sono stato a Trieste, Caserta e tante altre città, dove ho potuto fare esperienze formative che mi hanno permesso di crescere dal punto di vista umano e di conoscere altre usanze tipiche della terra e delle famiglie che mi hanno ospitato».  

Cosa ti ha insegnato zio “Nik”?

«Mi ha trasmesso la passione, la dedizione e l’amore per il basket, ma anche l’attitudine alla vita da atleta: il fatto di allenarsi costantemente, andare in palestra ogni giorno per lavorare e migliorarsi».  

Su quale aspetto ritieni di dover migliorare come giocatore?

«Mentalità e visione di gioco. Sto cercando di imparare a giocare da play. È un ruolo che mi piace, anche se implica maggiori responsabilità. Ho la fortuna di avere accanto un veterano e un giocatore di personalità come “Lollo” Andreani dal quale ho l’opportunità di apprendere tanto.  Spero di migliorarmi e diventare più sicuro dei miei mezzi».

Cosa è cambiato rispetto alla tua prima esperienza con l’UBP?

«Ho ritrovato un ambiente diverso, con lo stimolo del nuovo allenatore che ha portato la motivazione e la voglia di raggiungere un obiettivo importante. Sono cambiati anche i miei obiettivi personali: anche se sono ancora un Under, sento di avere maggiori responsabilità ed è mutata anche la prospettiva con la quale gli altri mi guardano e le aspettative che nutrono nei miei confronti. Credo di essere parte integrante del nuovo corso dell’UBP».

Che sensazioni hai ricevuto dalla squadra in questo primo scorcio di stagione?

«Anche con i nuovi compagni mi trovo davvero bene e con l’allenatore abbiamo instaurato un dialogo. Il bello di questo gruppo è che sa quando è il momento di ridere e scherzare, e quando invece bisogna mantenere la serietà. Stiamo crescendo tutti di partita in partita e nell’ultima gara contro il Cus Trieste penso si sia visto»

Capitolo extra-basket, cosa fai durante la giornata oltre ad allenarti?

«Studio economia all’Università di Padova. In futuro mi piacerebbe diventare un uomo d’azienda lavorando nel settore economico-commerciale. Dopo la laurea avrei in mente di frequentare un master in economia e management per lo sport, portando avanti la carriera da giocatore»

* CREDIT FOTO UBP

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