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Quando era a Mestre lo avevano soprannominato “Ciccio” e “Arsenio Lupin” per la simpatia che ispira a prima vista e per quella sua abilità innata nel rubare il pallone all’avversario di turno. Dario Ludovico Maran inaugura il ciclo di interviste che l’UBP dedica da qui in avanti ai ragazzi del Guerriero Padova. Volto nuovo, arrivato in estate all’Unione dopo aver indossato la maglia dei grifoni mestrini per ben otto stagioni consecutive, il suo può essere considerato un ritorno nella terra in cui tutto era iniziato. Al Basket Union Vigonza ha mosso infatti i suoi primi passi con la palla a spicchi: dal minibasket ha seguito tutta la trafila delle giovanili (eccetto una breve parentesi in prestito al Basket Riviera) per poi debuttare in prima squadra con Roncaglia & Vigonza vincendo il campionato di Promozione. «Sinceramente non so perché sono finito a giocare a basket. So soltanto che a distanza di 20 anni non mi sono mai stancato della pallacanestro. Ho praticato sempre e solo questo sport. È una passione che non si è mai affievolita».
Come è maturata la scelta dell’UBP dopo che eri diventato una bandiera del Basket Mestre 1958?
«Mestre ha puntato giustamente a professionalizzarsi e al termine della passata stagione ha iniziato a cercare giocatori professionisti. Come ho già detto, considero il basket una passione e ho dovuto muovere un passo indietro. L’ho fatto tutto sommato volentieri dopo aver provato la Serie B da giocatore-lavoratore e aver dimostrato di poterci stare. Avevo deciso di diminuire il carico di allenamenti anche perché avevo cominciato a lavorare e volevo riavvicinarmi a casa. L’UBP mi è sembrata la soluzione ideale. Quando poi ho sentito che il coach sarebbe stato Volpato, confesso che l’idea mi ha subito stuzzicato».
Ti senti un po’ il pupillo del coach?
«A Mestre mi sono trovato benissimo, come d’altra parte altri giocatori. Sapevo di aver ottenuto la sua completa fiducia e poi abbiamo instaurato un gran bel rapporto con tutta la sua famiglia che va oltre il basket».
Come procede l’ambientamento con i nuovi compagni di squadra?
«Bene, si sta creando un bel gruppo. Ho trovato tutti ragazzi con la testa sulle spalle, che vogliono divertirsi, ma che puntano anche a determinati obiettivi. C’è serietà, ma al tempo stesso si scherza. A livello umano non potevo sperare di meglio. Il fatto che alcuni di noi avessero già giocato insieme in passato è sicuramente un punto a favore e un presupposto fondamentale per creare un gruppo unito e coeso».
La pre-season e la prima partita a Trieste hanno evidenziato segnali significativi circa la personalità e il carattere della squadra. Dove bisogna migliorare?
«Dobbiamo fare più attenzione a rimbalzo e sulle palle perse. A Trieste siamo stati bravi a recuperare dopo che eravamo andati sotto mantenendo la calma anche quando le cose sembravano mettersi male. Solo allenandoci bene, potremo affinare situazioni e letture di gioco».
Quali difficoltà presenterà la gara contro la Cestistica Verona?
«Avendo perso all’esordio, Verona arriverà qui a Padova per riscattarsi. Mi aspetto una squadra parecchio agguerrita, da non sottovalutare. Cercheremo di imporre il nostro gioco per evitare di subire il ritmo avversario».
Sull’obiettivo finale di questa stagione non proferiamo nulla. Quale altro auspicio vorresti esprimere?
«Sono rimasto affascinato dalla passione e dalla voglia con cui i tifosi di Mestre seguono la squadra della loro città. Sarebbe bello ricreare lo stesso tipo di coinvolgimento anche qui all’UBP. Un sesto uomo capace di sostenerci in campo nei momenti di difficoltà».
* CREDIT FOTO UBP
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